Il Comune di Carpi preferisce tagliare teste anzichè bollette

La sintesi che si può trarre dalla serata di ieri sera in consiglio comunale (intolleranze fascistoidi della Lega a parte) è la seguente: la maggioranza approva senza colpo ferire una variazione al bilancio che dimostra come sono bravi a fare economie sul personale, assecondando la linea del governo (nel 2010 il comune spenderà circa 400.000€ in meno in virtù del blocco del rinnovo contrattuale voluto a Roma e della mancata sostituzione del personale andato in pensione) ma boccia un piano limitato, specifico e misurabile per ridurre le spese per illuminazione pubblica e impianti semaforici, come già avviato da altri comuni.

Il comune che già l'anno scorso aveva visto un assessore con delega al personale (la non rimpianta assessora Borsari), impegnarsi attivamente per sforbiciare le spese per lavoratori in appalto (ovvero i meno pagati e meno tutelati della forza lavoro comunale), non è in grado di mettere altrettanto entusiasmo nel cercare di ridurre le spese correnti in ambito energetico.

O meglio, dice di farlo, basta che non si pretenda di sapere quando, per quanto e investendo quali risorse, perché il punto del nostro ordine del giorno era tutto lì: chiedere un piano preciso significa darsi degli obiettivi di miglioramento reali e misurabili nel tempo, con un inizio e una fine, decidendo di destinarvi le risorse necessarie per gli investimenti iniziali, che sarebbero stati in grado di liberare decine se non centinaia di migliaia di euro in un preciso piano di rientro (ricordiamoci che per la sola illuminazione pubblica si parla di 940.000€ all'anno, pensare di migliorare del 15% in un anno, significherebbe risparmiare circa 145.000, noi chiedevamo che si raggiungesse il 30% in due anni).

Alla nostra proposta di fare qualcosa di concreto e misurabile, di darsi degli obiettivi reali e impegnarsi per raggiungerli, il PD ha opposto un odg partorito sul momento, che di fatto si pone l'obiettivo di dire alla giunta di continuare con quello che già sta facendo, ovvero procedere con un'attenzione al risparmio e all'efficienza che ci pare francamente meno entusiasta dell'entusiasmo mostrato nel tagliare i costi di chi lavora nel comune, riducendo ulteriormente la quota di redditi da lavoro, lasciando inviolate le rendite per monopoli, perfettamente in linea con le cause che hanno originato questa crisi su scala planetaria.

Avremmo anche potuto accettare una sostanziale riduzione dell'obiettivo, ma di fronte alla volontà della maggioranza di non vincolare l'allocazione di una parte di risorse per investimenti per ridurre i consumi (investimenti che nei loro stessi piani energetici pagati fior di euro, vecchi di anni e applicati parzialmente e senza nessuna misura dell'efficacia, si dice che si ripaghino da soli in periodi brevi) o in alternativa di affidare questo tipo di servizi a compagnie che costruiscono i loro guadagni sui risparmi energetici (le famose ESCO), ci siamo sentiti opporre la classica litania del "stiamo già facendo tanto", senza sapere se quel tanto rende o non rende, con l'aggiunta comica che per rispondere ad un odg che parlava di lampioni e semafori, hanno tirato in ballo l'energia nucleare, il riscaldamento a pavimento e il protocollo di Kyoto.

Fumo per coprire l'evidenza: ovvero che il comune preferisce il taglio delle teste al taglio delle bollette.

Commenti